CONWITH – SALVATORE FALCI

A cura di: Jodie Petrosino, Emilie Ryan, Marco Zindato

Editore: Page Service

Testi di: Simona Antonacci, Renato Barilli, Laura Cherubini, Lucilla Meloni

Anno di pubblicazione: 2019

Lingua: Bilingue Italiano Inglese

Formato: 25 x 21,5 cm

Pagine: 64

Il catalogo Conwith – Salvatore Falci è una ricognizione dell’opera quarantennale dell’artista nel campo delle arti visive, sottolineando – come bene indica il titolo – la necessità dell’altro e la compresenza come elemento imprescindibile nella creazione dell’opera d’arte.
Falci pensa e mette in atto dei progetti dove interviene solo nella fase di preparazione, in modo da non essere mai lui stesso a determinare il risultato. Questo è creato, in modo del tutto spontaneo e naturale, dalla gente comune durante lo svolgimento di normali attività. Per questo motivo, l’artista è obbligato a studiare procedimenti che, a un primo sguardo, si mostrano asettici, lontani dall’idea comune di opera d’arte, e che solo in un secondo tempo, a seguito dell’intervento esterno dell’uomo, possono definirsi compiutamente Arte. Proprio questa intenzione è l’origine della ricerca condivisa con Pino Modica e Stefano Fontana, ai quali, più tardi, si aggiunge Cesare Pietroiusti, dando vita nei primi anni Ottanta, al sodalizio artistico identificato come Gruppo di Piombino.
Da questa collaborazione nasceranno esperimenti e opere come, per esempio: SOSTA 15 MINUTI (1983) in cui i passanti sono invitati a sedersi su delle sedie, nonostante queste siano al tempo stesso limite e oggetto da contemplare, e anche i Vetri (1984), opera in cui le lastre sovrapposte ai tavoli di uso pubblico, sono verniciate di nero e ne registrano i graffi e le usure. Nel 1986, invece, emerge l’esigenza di introdurre nella riflessione artistica anche gli arti inferiori: emergono così i Pavimenti, realizzati attraverso pedane con strati di vernice. In questo modo essi non registrano il normale incedere, ma solo tracce anomale o particolarmente intense come l’azione di strusciare, cadere o graffiare.
Tra queste e altre opere più recenti, alcune ricreate appositamente per la mostra, come l’Erba del Ponte di Sant’Eufemia, la lunga carriera di Salvatore Falci diventa un punto d’osservazione privilegiato per indagare il comportamento umano, coinvolgendo e rendendo lo spettatore consapevole del ruolo attivo che potrebbe avere nello sviluppo delle teorie artistiche e di conseguenza nell’evoluzione della società.

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